Con l’intervista a Michele Gambino, parte oggi la rubrica Intervista a… dedicata agli atleti che hanno onorato la maglia azzurra.
Nella tranquilla cittadina di Zanica, vicino a Bergamo, abbiamo avuto la possibilità di incontrare Michele Gambino, giovane atleta di Wushu dell’Accademia Budokwai Bergamo. Michele è una promessa nel mondo del Wushu, con una carriera all’insegna di successi nazionali e internazionali.
D. Ciao Michele, raccontaci qualcosa di te.
R. Mi chiamo Michele Gambino, ho 20 anni, vivo a Zanica, vicino a Bergamo. Sono diplomato al Liceo Scientifico Sportivo, adesso studio Scienze Motorie.
D. Un impegno nello sport, perché?
R. Penso che lo sport sia uno dei migliori modi per misurare la vita, ti forma come persona. Fin dall’inizio è stata una cosa istintiva, non sai esattamente il perché, un giorno da piccolo ti innamori dello sport e finisce per diventare parte essenziale della tua vita, del tuo modo di essere. Quando mi muovo, quando sudo o mi alleno per le gare mi sento motivato, gara dopo gara.
D. Come mai proprio il Wushu?
R. Wushu vuol dire sensibilità, serietà, calma e resistenza. Questo è quello che mi da, è una sensazione radicata in me, mi fa stare bene e mi emoziona. Fin da piccolo le movenze delle tecniche mi trasmettevano molto, imparare forme nuove mi rende felice. È uno sport che fa bene, sia dal punto di vista motorio con la sua complessità, sia dal punto di vista psicologico perché ti tempra, stimola la concentrazione, le capacità coordinative e condizionali. Wushu perché fa bene sia al corpo che alla mente.
D. A che età hai iniziato a praticare Wushu?
R. Ho iniziato a praticare Wushu da piccolo, molto piccolo, avevo 6 anni e lo pratico tutt’ora con ancora più passione e determinazione che ogni giorno mi spinge a migliorare!
D. Dove studi, impari questa arte marziale e dove ti alleni?
R. Mi alleno da sempre nell’Accademia Budokwai del Maestro Pasotti a Bergamo, una delle più importanti palestre conosciuta in tutta Italia per i suoi meriti sportivi a livello nazionale e mondiale.
D. Il Maestro Mario Pasotti, quale importanza ha avuto?
R. La figura del Maestro, parlo per me, ma credo che possa valere per tanti atleti sportivi, è una figura importantissima, un riferimento fuori e dentro la palestra. Riferimento ancora più importante se come Maestro si ha il Maestro Mario Pasotti ed io per questo mi ritengo veramente fortunato; il Maestro Pasotti come tutti sappiamo ha un’esperienza ed un bagaglio di conoscenze all’interno del mondo sportivo e nello specifico nelle arti marziali, impareggiabile, penso che questa conoscenza che lo contraddistingue sia frutto non solo della grande serietà, che per più di 50 anni mette nella propria professione, ma nasce tutto da un vero amore incondizionato verso quello che le arti marziali trasmettono, verso dei valori e delle emozioni che solo questo sport può insegnarti.
D. Tu pratichi Wushu Tradizionale e Moderno, due specialità così vicine ma anche diverse per certi versi, come mai negli anni porti avanti entrambe a livello agonistico?
R. Da sempre il mio Maestro mi ha insegnato fin da piccolo una cultura del Wushu a 360°, non solo con gli stili moderni come il Changquan, ma bensì anche con gli stili tradizionali come lo Shaolin. Ricordiamoci che il Wushu inizialmente nasce dagli stili tradizionali. Penso che come nella vita, anche nel Wushu, avere una conoscenza ampia degli stili sia importante, senza ovviamente perdere gli aspetti fondamentali di ogni singolo stile.
D. Quante competizioni hai fatto?
R. Non so, sinceramente non tengo il conto, credo un centinaio fra tradizionale, moderno, italiani, europei e mondiali…
D. Ricordi la tua prima gara?
R. Si mi ricordo, era un campionato regionale a Pavia nel 2011.
D. E come andò?
R. Bene, fu la mia prima medaglia d’oro.
D. Invece la gara più bella, più emozionante, più importante per te che ti ricordi?
R. Di sicuro la gara più bella è stata il Campionato del Mondo di Tradizionale tenutosi in Cina a fine agosto 2023, una grandissima esperienza che di sicuro mi ha mostrato e dimostrato molto, non solo per l’ottimo 2º posto nella categoria Mani nude Shaolin ma anche per i miei obiettivi futuri. Ha catapultato la mia fame di progredire e migliorare più in alto, ha sbloccato qualcosa nella mia testa e anche nelle mie gambe. Parlando sempre di gare, un’altra molto importante per me è stata il Mondiale Junior nel 2016 in Bulgaria, era la mia primissima esperienza con la nazionale e mi ha insegnato molto, ho imparato tanto soprattutto da tutti quegli aspetti che un ragazzo di 13 anni non pensava esistessero in un panorama mondiale, l’ansia di una gara così importante, la preparazione, il viaggio assieme a persone che non conosci. Di tutti questi insegnamenti ne faccio tesoro sempre, doni che mi hanno aiutano, che sia un campionato del mondo o un singolo allenamento, c’è sempre da imparare e sempre ci sarà.
D. Hai citato gare molto importanti a livello mondiale e in Europa?
R. In Europa ricordo gli Europei a Mosca Juniores nel 2018 con 2 terzi posti alle spalle dei Russi, e l’anno scorso sempre gli Europei in Grecia, ma Senior con un terzo posto.
D. Prossimi obiettivi?
R. Non sono molto per la mentalità di darsi degli obiettivi futuri, preferisco concentrarmi sul presente, per la costante ricerca di un miglioramento sia come atleta che come persona, ho solo 20 anni e quello che voglio in questo momento è migliorare con metodo e serietà che è quello che serve se uno come me ambisce a delle medaglie ai campionati europei e del mondo. Un vero obiettivo nella mia vita sarebbe trasformare la mia passione, il mio mondo che è il Wushu in una professione, insegnare, trasmettere quello che provo quando faccio questo sport, tutte le sensazioni che ogni volta mi fanno venire la pelle d’oca, questo per me è un obiettivo, trasmettere quello che per te è “vita” ad altri. Non c’è modo migliore se non insegnando Wushu.